Allenatore U12
Prima ancora di iniziare a giocare era già lì, sul campo, a seguire le partite del papà. E poi, quando ha iniziato, è stato un susseguirsi di intense estati e anni ricchi di tornei, trasferte, vita da squadra. 25 campionati di fila, senza alcuna sosta, inizialmente con l’Alpina che ha contribuito a far crescere dalla B all’A1, ma poi anche con altre casacche: in A1 quella del Grossetto, con cui ha vinto la Coppa Campioni, Ravenna, Ponte di Piave.
Oltre che quella azzurra, della nazionale. Indossata per la prima volta a 12 anni, quando ha vinto l’Europeo ragazzi, nuovamente l’anno successivo per il mondiale a Tokyo e ancora, più avanti, con la rappresentativa pre-olimpica a Cape-Town.
Ma nel cuore c’è la sua squadra, l’Alpina, i compagni diventati amici e famiglia, gli allenatori, da cui è pure andato ad allenarsi a Cuba e in Colombia. Così il ricordo più bello resta quel secondo posto nel campionato italiano ragazzi conquistato proprio con l’Alpina.
Perché ti piace allenare?
“Il baseball fa parte di me, sono cresciuto con il baseball, per me vuole dire conoscere persone, creare relazioni, amicizie, condividere… è come stare a casa.
Ecco perchè quando sono in campo con i bambini mi sento bene. All’inizio ti trovi di fronte a un gruppo: per te sono solo tanti bambini, ma poi impari a conoscerli, ognuno di loro diventa un nome, una personalità.
…e quando si stupiscono di riuscire a fare una cosa che sembrava impossibile diventa una festa! Per tutti!”